Giovanni Cimurri alle Hawaii a fianco dell’Ironman Alex Zanardi

Giovanni Cimurri, figlio di Susanna e Giorgio Cimurri, è marketing manager sport per Enervit, e ha seguito da vicino la preparazione di Alex Zanardi, il 47enne ex pilota di F1 costretto a muoversi in carrozzina dopo un tragico incidente che gli è costato l’amputazione di entrambe le gambe, che nel weekend è riuscito a concludere in 9h 47’ 14” la gara di triathlon a Kona, alle Hawaii, laureandosi Ironman.

«Lavoro da quattro anni per Enervit – racconta Giovanni – e in primavera Zanardi ha raccolto quasi per gioco l’invito a presentarsi a questa gara che gli era arrivato da un ex-collega pilota. Dal gioco è nata una sfida, l’ennesima della sua lunga carriera. Le gare di triathlon implicano enormi sforzi e richiedono un’integrazione alimentare adeguata. Abbiamo valutato con attenzione le esigenze dell’atleta e abbiamo studiato un piano di integratori ad hoc per lui calibrandolo per questa avventura».

Giovanni Cimurri ha vissuto accanto a Zanardi l’ultima settimana alle Hawaii, dove è rimasto ogni minuto al fianco dell’atleta bolognese. «Sono stati davvero giorni molto intensi – spiega – perché c’erano moltissime cose di cui occuparsi e da mettere a punto».

Un lavoro duro prima di una gara che richiede ai protagonisti di andare oltre ai propri limiti. «Alex è uscito benissimo dalla frazione di nuoto (ha percorso i 3.86 kilometri in 1h8’43”, ndr), poi ha affrontato la gara ciclistica con l’handbike, oltre 160 kilometri intensissimi (percorsi in 6h 7’51”) e qui purtroppo ha perso qualcosa visto che c’era davvero molto vento, sferzate a oltre 70 km all’ora che hanno rischiato di rovesciarlo. Ma lui non ha mollato. Ha chiuso quindi con la maratona, in carrozzina, che ha percorso in 2h24”50”. Le condizioni non erano ottimali: c’erano 40° e un’umidità pazzesca, tanto che si sono ritirati molti atleti».

Non Zanardi. «Gli ultimi 300 metri della sua gara sono stati un’emozione fortissima per tutti. Alex ha attraversato il tunnel di persone che lo incitavano prima di tagliare il traguardo. Si sono commossi in tanti nel vederlo tagliare il traguardo. Lui era sereno, come lo era alla partenza. Ci ha ringraziato e poi ci ha trascinati nell’oceano a festeggiare: un momento che non dimenticherò mai».

«Sono stato fortunato – conclude Cimurri – Fortunato di aver potuto vivere questa esperienza pazzesca. Fortunato di aver potuto seguire da vicino un atleta e una persona straordinaria che all’arrivo, dopo aver vissuto la grandissima emozione di quegli ultimi 300 metri prima di tagliare il traguardo e diventare Ironman, già pensava alla prossima sfida. Pensava a come migliorarsi ancora. Ed è forse questa la lezione più importante che quest’avventura mi lascia».